Lettura della Parola di Dio
Alleluia, alleluia, alleluia !
Questo è il Vangelo dei poveri,
la liberazione dei prigionieri,
la vista dei ciechi,
la libertà degli oppressi.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Dalla prima lettera di Paolo ai Tessalonicesi 1,1-5.8-10
Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace.
Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l'operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro. Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione: ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro bene.
Infatti per mezzo vostro la parola del Signore risuona non soltanto in Macedonia e in Acaia, ma la vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne. Sono essi infatti a raccontare come noi siamo venuti in mezzo a voi e come vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivo e vero e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, il quale ci libera dall'ira che viene.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Il Figlio dell'uomo
è venuto a servire,
chi vuole essere grande
si faccia servo di tutti.
Alleluia, alleluia, alleluia !
La Prima lettera ai Tessalonicesi, scritta verso il 53 dopo Cristo, è il più antico testo del Nuovo Testamento, una delle prime testimonianze della fede della Chiesa. Fin dall'esordio è una lettera che documenta la comunione tra Paolo, Silvano e Timoteo. Tutti e tre assieme si rivolgono alla piccola comunità di Tessalonica come a una ekklesía, l'adunanza della comunità convocata da Dio in quella città. Ogni comunità cristiana è una santa "adunanza di Dio". Paolo ringrazia il Signore per quella piccola comunità che vive con una fede salda, con un amore operoso e con una speranza costante. Il Signore stesso, attraverso la predicazione dei suoi discepoli, cambia il cuore di chi ascolta, e lo rigenera a una nuova vita. L'apostolo sa che il servizio della predicazione richiede il suo personale coinvolgimento perché solo così rende vicino e riconoscibile il Signore a coloro che lo ascoltano. E per questo i cristiani di Tessalonica hanno potuto imitarlo, avvicinandosi così a Cristo stesso. La vita evangelica si diffonde perché attrae, perché mostra una vita migliore di quella che offre il mondo. L'espansione del Vangelo non è legata a tecniche pastorali o a sofisticati mezzi organizzativi. Il Vangelo si diffonde solo attraverso la forza attraente di una vita davvero evangelica. Paolo gioisce della fede dei tessalonicesi e riferisce lo stupore manifestato da tutti nell'apprendere la loro risposta di conversione e l'abbandono degli idoli di questo mondo per dedicarsi al servizio del Signore.