Ricordo della preghiera per i nuovi martiri del Novecento presieduta da Giovanni Paolo II, durante il Grande Giubileo dell'anno 2000, al Colosseo a Roma assieme ai rappresentanti delle Chiese cristiane. Leggi di più
Ricordo della preghiera per i nuovi martiri del Novecento presieduta da Giovanni Paolo II, durante il Grande Giubileo dell'anno 2000, al Colosseo a Roma assieme ai rappresentanti delle Chiese cristiane.
Lettura della Parola di Dio
Alleluia, alleluia, alleluia !
Voi siete una stirpe eletta,
un sacerdozio regale, nazione santa,
popolo acquistato da Dio
per proclamare le sue meraviglie.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Dal libro degli Atti 8,1-8
Saulo approvava la sua uccisione.
In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme; tutti, ad eccezione degli apostoli, si dispersero nelle regioni della Giudea e della Samaria. Uomini pii seppellirono Stefano e fecero un grande lutto per lui. Saulo intanto cercava di distruggere la Chiesa: entrava nelle case, prendeva uomini e donne e li faceva mettere in carcere.
Quelli però che si erano dispersi andarono di luogo in luogo, annunciando la Parola.
Filippo, sceso in una città della Samaria, predicava loro il Cristo. E le folle, unanimi, prestavano attenzione alle parole di Filippo, sentendolo parlare e vedendo i segni che egli compiva. Infatti da molti indemoniati uscivano spiriti impuri, emettendo alte grida, e molti paralitici e storpi furono guariti. E vi fu grande gioia in quella città.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Voi sarete santi
perché io sono santo, dice il Signore.
Alleluia, alleluia, alleluia !
La lapidazione di Stefano segna una tappa importante nella storia della prima comunità cristiana. Iniziava la storia del martirio cristiano, come del resto Gesù stesso aveva detto parlando anche di sé: "Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto" (Gv 12,24). Qualche secolo dopo, un sapiente cristiano, Tertulliano, di fronte all'incrudelirsi delle persecuzioni dei cristiani, dirà: "Il sangue dei martiri è seme dei cristiani". In effetti, la feroce lapidazione di Stefano non mirava unicamente alla sua eliminazione, ma al tentativo di bloccare sul nascere la predicazione cristiana: scatenò, infatti, una violenta persecuzione contro quei primi seguaci di Gesù di Nazaret. Luca scrive che alcuni poterono rimanere a Gerusalemme, mentre molti altri dovettero fuggire verso Antiochia. E la predicazione del Vangelo continuò in questa città. La Parola di Dio non si lascia incatenare. Se i discepoli le sono fedeli, la predicazione ne viene rafforzata. Si può dire perciò che la repressione della comunità di Gerusalemme, invece di frenare, accelerò l'allargamento della predicazione del Vangelo nelle altre città. L'amore cristiano porta a "dare la propria vita" per il Vangelo e per i fratelli soprattutto più poveri. È quanto testimonia anche Filippo, un altro dei sette diaconi. Egli - ma è l'esempio di tanti altri discepoli di quella prima Chiesa di cui non conosciamo il nome - allargò la predicazione alla regione della Samaria e nuovi prodigi avvenivano tra il popolo. La Parola di Dio cresceva nel cuore di tanti e altrettanto cresceva la comunità.